Chi mi conosce un po’, o anche solo chi dovesse dare una veloce occhiata al titolo del blog e al disegno qui in alto, saprà che ho una particolare affezione per la storia di Alice nel paese delle meraviglie.
È stato il primo libro che ho letto tutto da sola; in particolare ero affascinata dalle avventure “attraverso lo specchio”, perché mi sembravano più misteriose e coinvolgenti. Da piccola, davanti ad uno specchio, cercavo sempre di immaginare che cosa ci fosse di diverso dalla realtà negli angoli delle stanze nascosti al riflesso.
Non sognavo di essere Alice: mi bastava pensare che wonderland fosse tutto intorno: bastava usare un po’ la fantasia.
Il libro di Lewis Carrol era lo strumento d’ingresso in un mondo meraviglioso in cui la mia immaginazione si sentiva assolutamente legittimata a qualsiasi volo; allo stesso tempo i giochi con le parole e con i numeri, gli scacchi, le filastrocche e il nonsense mi promettevano livelli di lettura più alti per quando sarei stata in grado di comprenderli.
Così, anche da grande, Alice e il suo mondo restano per me il simbolo della libertà e della potenza dell’immaginazione; il libro di Lewis Carrol resta quello che mi ha iniziato al piacere di deliziare il cervello con la lettura.
In fervente attesa di burton o paura di vedere la fantasia realizzata in maniera diversa da quella a lungo immaginata?
Eh, eh, vedrai più avanti 🙂