Alla fine il momento di vedere Alice in Wonderland di Tim Burton è arrivato. Non è il film “definitivo” che in fondo speravo, ma è stata indubbiamente una visione molto piacevole e il tempo è passato troppo in fretta.
Devo confessare qualche difficoltà di comprensione della strana lingua parlata dal Cappellaio Matto (pare che Johnny Depp si sia ispirato a tratti all’accento scozzese di questo personaggio) e di conseguenza qualche battuta persa per strada.
Per il resto va bene così. È anche un’ottima scusa per rileggere il libro, questa volta con tutta la forza della lingua orginale.
… ed è stata anche un’ottima scusa per godersi un’inaspettatamente splendida Mia Wasikowska! (Onore ai costumisti).
Onestamente dal genio di Tim Burton mi aspettavo qualcosa di più… la seconda parte del film alla “Signore degli Anelli” mescolata con una punta di Herry Potter l’ho trovata piuttosto banale. Il personaggio di Alice è del tutto passivo e la psicologia del personaggio non è per nulla indagata.
Mi sono piciute molto invece (oltre a Mia Wasikowska e Anne Hataway 😉 ) le ambientazioni dark, dove finalmente si vede il tocco di Burton e ovviamente, da nerd quale sono, non ho potuto non apprezzare gli effetti speciali e l’ottimo 3D.
@_Dave_, io invece mi sono malinconicamente invaghita del cappellaio matto, nonostante esteticamente Johnny Depp al naturale non mi piaccia e truccato… beh… neppure 😉
E poi, diciamolo, Helena Bonam Carter era fantastica!
@Gianluca, invece ti dirò, a me il 3d non è sembrato ottimo. Niente male, ma qualche sbavatura c’era. Riguardo alla trama, avrei preferito anche io qualche visione in più del paese delle meraviglie, ma non disdegno la semplicità della storia: l’ho presa come una briciola del vasto mondo immaginario creato da Carrol e ho apprezzato che Burton non abbia avuto troppe pretese.